Casually beginning with a lone guitar and quiet bass on ‘Etereo Eterno’ it soon transforms into something with more depth with the additional of strings a third of the way through. On ‘Coffee Shop’ there is a move towards less immediately cluttered arrangements. Here there is a bit more space given allowing ‘Giò Fattoruso’ to really spread out allowing the song to nicely come together. Although there is no percussion the title track ‘Prestami Dio’ feels like it is swinging for something. Everything starts at the same time without any hesitation at all. At the very end is ‘La Sposa Di Chagall’ which is rather intimate with its long running time. Patience is a necessity. Build up is slow and quiet. Crescendos appear at the very end in the most understated way possible.
‘Prestami Dio’ is a sweet collection that goes for the emotional rather than the loud. Throughout the five quiet pieces there is a sense of the everyday drama of life. (Beach Sloth)
Dopo anni di esperienze in vari gruppi, come bassista e frontman, nel 2012 Giò Fattoruso da Seriate sceglie di tentare la fortuna in solitaria e dà alle stampe il suo primo EP. Prestami Dio racchiude cinque brani, che si muovono tra il pop e il folk, con il preciso intento di mettere in luce le doti cantautorali dell’artista bergamasco.
Tema centrale delle liriche di quest’opera prima è l’amore in tutte le sue declinazioni – quello per qualcosa o qualcuno di superiore a cui rivolgere le proprie preghiere (Prestami Dio) o più banalmente per una donna (Vorrei non rivederti mai) – sostenuto da chitarre e archi che si amalgamano bene in un ordito classico dall’andamento alquanto prevedibile.
La sposa di Chagall è il pezzo che a mi parere meglio rappresenta le potenzialità di questo cantautore e la sua delicata e poetica capacità descrittiva degli esseri umani e delle loro storie. Il lavoro di un musicista è in continua evoluzione, e quello di Giò Fattoruso in particolare è appena agli inizi. (RockShock)
Tanto poeta quanto musicista, dai suoi pezzi traspaiono una naturalezza e una semplicità disarmanti, doti alquanto rare da incontrare nell’universo di musica plastificata studiata a tavolino degli ultimi due decenni. Una linea fresca e diretta, niente spigoli né fronzoli.
Un meraviglioso affresco di contemporanea malinconia, minimalista nelle sue sonorità e al tempo stesso raffinato nei testi, Giò evoca ricordi, amori, paure e paesaggi senza mai cadere nel banale, mantenendo sempre quella sua ingenuità e dolcezza che attrae senza mai stonare. (Gengiskunk)
Nessun commento:
Posta un commento